Il silenzio vergognoso di Repubblika: l’ipocrisia a spese di una vittima di violenza domestIca

Nel novembre 2022, Repubblika, autoproclamatasi paladina della giustizia e dei diritti civili, invocò le dimissioni del Ministro dell’Interno e del Commissario di Polizia, accusandoli di aver contribuito, attraverso scelte organizzative discutibili, alla tragica morte di Bernice Cassar. L’associazione non esitò a esprimere cordoglio e solidarietà a tutte le donne vittime dell’incapacità dello Stato di proteggerle.

Tuttavia, quando la stessa dinamica di sofferenza si è ripresentata con Jeanette Aquilina, Repubblika ha taciuto. E il motivo è a dir poco scandaloso: il marito di Jeanette non è un cittadino qualsiasi, bensì Robert Aquilina, co-fondatore e figura di spicco della stessa Repubblika.

Ma non solo: Robert Aquilina è stato e rimane tuttora il rappresentante della Fondazione Falcone a Malta, nonostante sia stato formalmente incriminato per violenza domestica e arresto illegale nei confronti di sua moglie. Un fatto gravissimo che rende ancora più inaccettabile il silenzio di chi si proclama difensore della legalità e dei diritti delle vittime.

Jeanette Aquilina, come troppe donne vittime di violenza domestica, ha tentato di ritirare le accuse. Questa volta, la magistrata Lara Lanfranco ha prontamente accolto la richiesta, sospendendo le accuse. E Repubblika? Nessuna fiaccolata, nessun comunicato infuocato, nessun appello alla responsabilità istituzionale. Nulla.

Repubblika’s hypocrisy — quick to moralise, but conveniently mute when caught enabling political stunts.

La doppia morale è palese: la voce di Repubblika tuona solo quando conviene politicamente o mediaticamente. Quando invece la tragedia colpisce uno dei propri, cala un silenzio imbarazzante, una forma di complicità morale che offende ogni vera battaglia contro la violenza sulle donne.

Chi oggi crede ancora alla narrativa di Repubblika come “coscienza critica della nazione” farebbe bene a riflettere su questo silenzio assordante.

L’ipocrisia non è un difetto marginale: è la negazione stessa dei principi che l’associazione proclama di difendere.